Un transistor vi seppellirà

Scritto da il 26 Dicembre 2022

La mattina del 9 gennaio 1979 a Roma un commando neofascista irrompe negli studi di Radio Città Futura mentre è in onda la trasmissione del collettivo femminista Radio Donna, danno fuoco ai locali e sparano alle conduttrici.

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La nascita di una voce

Nella primavera del 1976 alcune donne annunciano dalle pagine della rivista EFFE la nascita del primo progetto radiofonico femminista. scrivono:

Siamo un gruppo di compagne femministe e abbiamo deciso di lavorare a una radio per le donne che sia un’alternativa al modo tradizionale di trattare i nostri problemi, di fare musica, di parlare di cultura.

Ci siamo costituite come collettivo femminista di Radio Donna all’interno di una nuova radio, Radio Città Futura. Vogliamo che questa radio sia fatta da tutte le donne che vogliono aiutarci, vogliamo parlare dei problemi che abbiamo nella casa, nella famiglia, nel lavoro

perché nessuna di noi è esperta e specialista e tutte abbiamo i problemi di ogni donna che affronta un lavoro che non ha mai fatto.

Porteremo avanti perciò tutti temi che voi chiederete di affrontare […]. Quello che ci proponiamo di fare è dare un contributo alla presa di coscienza di tutte noi donne, insieme.

Radio donna aveva una redazione composta da 25 donne, due esperte per le rubriche di medicina e di questioni legali, microfoni aperti alle protagoniste del femminismo. La trasmissione dal titolo ‘Le donne escono dalle cucine’ è l’ora gestita dal collettivo delle casalinghe, in onda una volta a settimana.

Donne costrette a stare in casa per pulire, cucinare, stirare, servire, oggi si dice donne che si prendono cura, di tutto, della casa dei figli o di un marito o dei genitori anziani o degli animali domestici o delle piante.

Loro, le casalinghe, avevano deciso di unirsi per parlare, a partire da sé, della loro condizione di donne lavoratrici domestiche, non reribuita per il lavoro di cura svolto, avevano deciso di parlare per ribellarsi all’immagine della casalinga “regina della casa”.

Attraverso Radio Donna avevano voce e davano voce alle altre.

—-SPARI—–

Quella mattina del 9 gennaio l’argomento della diretta a cui partecipavano Anna Attura, Carmela Incafù, Gabriella Pignone, Annunziata Miolli, Rosetta Padula è la contraccezione a partire dal disegno di legge sull’aborto. L’assalto è particolarmente feroce. 3 uomini con passamontagna fanno irruzione, lanciano due bombe incendiarie, la radio va a fuoco, e mentre le cinque donne avvolte dalle fiamme cercano di fuggire sono freddamente gambizzate a colpi di mitra, ad Anna Attura sparano alla pancia. 6 colpi con una pistola con silenziatore.

L’attentato fu rivendicato dal gruppo eversivo NAR, i Nuclei Armati Rivoluzionari, d’ispirazione neofascista.
Hanno tentato di uccidere cinque donne in un momento di militanza preciso, quello del contatto con altre donne.

La mobilitazione per ottenere giustizia, attuata dai Collettivi femministi, porterà alla condanna dei responsabili, dopo 5 anni di processi. fra loro Giusva Fioravanti lo stesso poi processato e riconosciuto colpevole della strage di Bologna.qulla commessa il 2 agosto 1980 dove morirono 85 persone.

 


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